Glossario sull'Influenza

Nel mondo in continua evoluzione della medicina e della salute pubblica, avere accesso a risorse informative chiare e comprensibili è fondamentale per prendere decisioni informate sulla nostra salute. In questo contesto, un glossario dedicato all’influenza, al virus influenzale e alla vaccinazione si rivela un prezioso strumento.

Il glossario fornisce definizioni chiare e concise, consentendo a chiunque di comprendere meglio questa malattia. Dalla sintomatologia ai tipi di virus influenzali, ogni termine viene spiegato in modo accessibile.

Il glossario è consultabile in ordine alfabetico.

Il nostro glossario viene aggiornato per essere un punto di riferimento utile per medici, operatori sanitari e il pubblico in generale.

A

Sostanza che viene aggiunta al principio attivo del vaccino per potenziare la risposta del sistema immunitario alla vaccinazione ed aumentarne la durata.
Proteine prodotte dal sistema immunitario in risposta a un antigene. Gli anticorpi si legano e neutralizzano gli agenti patogeni, come il virus dell’influenza.
Un antigene è costituito da qualsiasi sostanza (proteine, polisaccaridi, lipidi o altre sostanze chimiche) in grado di essere specificamente riconosciuta dal sistema immunitario. Nel caso dell’influenza, è la proteina presente sulla superficie del virus influenzale e rappresenta il componente del vaccino antinfluenzale che stimola la risposta immunitaria dell’organismo.

B

Malattia dell’apparato respiratorio caratterizzata da un’ostruzione delle vie aeree, irreversibile e di entità variabile in base ai livelli di gravità.

C

Il processo in cui il virus dell’influenza infetta una cellula ospite, replica il suo materiale genetico e produce nuove particelle virali.

Effetti gravi che possono derivare dall’infezione influenzale, come polmonite, bronchite acuta, sinusite e altre malattie. La complicanza più comune è la sovrapposizione di un’infezione batterica che può colpire l’apparato respiratorio, causando bronchite e potenzialmente sviluppando polmonite, o l’orecchio, con otite e sinusite, soprattutto nei bambini. Altre complicanze possono coinvolgere il sistema cardiovascolare, come la miocardite, o il sistema nervoso, e in generale può aver luogo l’aggravamento di malattie preesistenti. Nei pazienti diabetici, l’influenza può provocare iperglicemia o, nei casi di diabete di tipo 1, chetoacidosi diabetica.

Durante la gravidanza, l’influenza può causare travaglio prematuro (prima della 37ª settimana), basso peso alla nascita del bambino e, occasionalmente, aborto spontaneo o parto prematuro. Complicanze meno comuni includono tonsillite, otite, sinusite, convulsioni nei bambini con febbre alta, meningite ed encefalite.

D

I cambiamenti graduali che avvengono nelle proteine di superficie del virus dell’influenza di tipo A e, in misura minore, di tipo B, che si verificano nel tempo portando a nuove varianti. Questi cambiamenti possono richiedere aggiornamenti annuali dei vaccini influenzali.

E

Misura della capacità di un vaccino influenzale di prevenire l’infezione o di ridurre la gravità della malattia nei soggetti vaccinati.

Proteina di superficie del virus influenzale, ligando del recettore cellulare, coinvolto nell’adesione del virus alle cellule ospiti. L’emoagglutinina è presente in 18 sottotipi (da H1 a H18).
Diffusione accelerata e improvvisa, ma temporanea, dell’influenza in una comunità o in un’area geografica specifica. Si manifesta quando un soggetto malato infetta più di una persona, facendo aumentare rapidamente il numero dei casi. L’infezione si diffonde in una popolazione con un numero sufficiente di individui suscettibili.

F

Elevazione della temperatura corporea, uno dei sintomi tipici dell’influenza.

I

Nota anche come immunità acquisita, rappresenta l’insieme delle risposte di tipo specifico che vengono attivate dal sistema immunitario nei confronti dei microrganismi patogeni. Può essere acquisita in maniera naturale e attiva (quando il sistema immunitario conserva la memoria di malattie già avute, detta immunità acquisita naturale attiva), naturalmente ma passivamente (ad esempio tramite anticorpi preformati di origine materna, detta immunità acquisita naturale passiva o immunità del neonato), o artificialmente (tramite vaccini e sieri, detta immunità acquisita artificiale).
Protezione indiretta di una popolazione dalla diffusione di una malattia attraverso la vaccinazione di una parte considerata sufficiente all’interno della popolazione stessa.
Malattie infettive che colpiscono principalmente o esclusivamente l’apparato respiratorio e comprendono raffreddore, faringite, laringite, tracheite, otite, epiglottite, laringotracheite, influenza, bronchite e polmonite. Sebbene spesso considerate poco pericolose, ad eccezione della polmonite, queste infezioni sono responsabili del 13% delle cause di morte nei pazienti con più di 55 anni secondo l’OMS.
Malattia respiratoria contagiosa causata dai virus influenzali. Sono noti quattro tipi di virus: i virus di tipo A e B, che causano la classica sintomatologia influenzale; il tipo C, generalmente asintomatico e di scarsa rilevanza clinica; e il tipo D, la cui capacità di infettare l’uomo è ancora incerta.
Malattia degli uccelli causata da un virus di tipo A dell’influenza che può essere a bassa o ad alta patogenicità. I virus influenzali di questo tipo possono infettare diverse specie animali, come maiali, cavalli, cani e balene, oltre agli esseri umani.
Epidemia di influenza A su scala globale, che coinvolge un nuovo sottotipo virale e può avere impatti significativi sulla salute pubblica. Si verifica quando il nuovo virus si diffonde facilmente da persona a persona e la maggior parte delle persone non ne è immune. L’immunità parziale può esistere se il virus è simile a precedenti virus influenzali, ma un virus molto diverso ha più probabilità di causare una pandemia. I virus dell’influenza B non causano pandemie.

Influenza che si verifica durante determinate stagioni dell’anno, nell’emisfero occidentale durante l’inverno, causata dai ceppi influenzali che circolano in quel periodo.

Ceppo di virus dell’influenza A che si trova principalmente nei suini, ma può occasionalmente infettare anche gli esseri umani. Ha bassa mortalità e il recupero avviene in 7-10 giorni. Non causa generalmente malattie gravi e la trasmissione tra persone è rara.

M

Processo in cui il virus dell’influenza subisce mutazioni per evitare il riconoscimento del sistema immunitario, consentendo la sopravvivenza del virus. Sono stati individuati due tipi di alterazione antigenica: antigenic drift (deriva antigenica) e antigenic shift (spostamento antigenico).
RNA messaggero (mRNA), molecola che insieme al DNA custodisce le informazioni genetiche specifiche per ogni organismo vivente. Il ruolo dell’mRNA è di trasmettere le istruzioni genetiche dal DNA alla cellula, permettendo la produzione delle proteine necessarie per le funzioni vitali come respirare, pensare e muoversi.

N

Proteina che avvolge il materiale genetico del virus dell’influenza. La proteina NP contiene carboidrati e determina la specificità di tipo, permettendo così la suddivisione in tipo A, B, C o D.
Glicoproteina di superficie del virus influenzale che aiuta il virus a diffondersi attraverso la separazione delle particelle virali dalle cellule ospiti. È presente presente in 9 sottotipi (da N 1 a N 11 ).

O

Famiglia a cui appartengono i virus influenzali che colpiscono l’essere umano. Comprende i generi influenza A, B, C, e D, thogotovirus (trasportati dalle zecche e capaci di infettare gli esseri umani) e isavirus (che infettano i pesci), oltre ad alcuni arbovirus. Solo i virus dell’influenza A e B causano epidemie nell’uomo.

P

Epidemia di influenza su scala globale, coinvolge un nuovo sottotipo virale e può avere impatti significativi sulla salute pubblica. L’OMS identifica cinque fasi di una pandemia: fase interpandemica, fase di allerta, fase pandemica, fase di transizione e ritorno alla fase interpandemica. Durante la fase pandemica, la malattia si trasmette a gran parte della popolazione.
Tecnica di laboratorio per amplificare il DNA, utilizzata per diagnosticare l’influenza e identificare i ceppi virali. Consente di ottenere rapidamente milioni di molecole identiche di DNA a partire da quantità estremamente ridotte dell’acido nucleico.

R

Flusso nasale o congestione nasale, un sintomo comune dell’influenza, dettato da un’infiammazione delle alte vie respiratorie.
Valutazione della probabilità di una pandemia influenzale basata su fattori come il tasso di trasmissione del virus, la localizzazione geografica e la diffusione, la severità della malattia e la presenza di geni provenienti da ceppi umani.

S

Processo che riguarda i virus di tipo A e che porta alla comparsa nell’uomo di un nuovo ceppo virale con una nuova emoagglutinina e/o una nuova neuraminidasi antigenicamente distinte da quelle comunemente circolanti nell’uomo. Può dipendere da un riassortimento genetico tra virus umani e animali o dalla trasmissione diretta del virus da non-umani all’uomo.
Gruppo di sintomi comuni all’influenza, tra cui febbre, tosse, mal di gola, stanchezza, mal di testa, naso che cola e dolori muscolari.
Febbre improvvisa, brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, astenia, mialgia, mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale e congiuntivite.
Classificazione dei virus influenzali di tipo A in base alle combinazioni di diverse proteine di superficie del virus emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA).

T

Percentuale di popolazione che riceve la vaccinazione influenzale in una determinata stagione. Rappresenta l’indicatore per eccellenza delle strategie vaccinali, poiché forniscono informazioni in merito alla loro reale attuazione sul territorio e sull’efficienza del sistema vaccinale.
Diffusione del virus influenzale da persona a persona attraverso goccioline respiratorie emesse durante la tosse o gli starnuti o attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
La trasmissione del virus dell’influenza avviene principalmente attraverso il contatto con le goccioline respiratorie infette prodotte da persone che tossiscono, starnutiscono o parlano. Queste goccioline possono contenere il virus influenzale e possono essere inalate da altre persone nelle vicinanze. La trasmissione può anche avvenire toccando superfici contaminate dalle goccioline e poi portando le mani al naso, alla bocca o agli occhi.
Vaccini influenzali contenenti tre ceppi virali: due ceppi di influenza A (H1N1 e H3N2) e un ceppo di influenza B.

U

Metodo di produzione di vaccini influenzali, in cui i virus influenzali vengono coltivati in uova di gallina embrionate.

V

Vaccino a base di RNA messaggero (mRNA), molecola che insieme al DNA custodisce le informazioni genetiche specifiche per ogni organismo vivente. Il ruolo dell’mRNA è di trasmettere le istruzioni genetiche dal DNA alla cellula, permettendo la produzione delle proteine necessarie per le funzioni vitali come respirare, pensare e muoversi.
Un tipo di vaccino contenente virus vivi indeboliti, non patogeni, che, come qualsiasi altro vaccino, stimolano una risposta immunitaria senza causare la malattia.
Vaccino prodotto utilizzando virus o batteri uccisi tramite esposizione al calore oppure con sostanze chimiche.
Un virus dell’influenza ucciso, utilizzato nei vaccini influenzali per stimolare una risposta immunitaria protettiva.

Z

Sono malattie causate da agenti trasmessi per via diretta o indiretta, dagli animali all’uomo. Gli agenti responsabili delle zoonosi comprendono batteri, virus, parassiti, miceti e altre entità biologiche.

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Fonte

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